Il falso altare nuragico di Su Mulinu
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Il criminale riu Matzeu
Siamo tornati questa primavera a visitare questo criminale riu Matzeu e abbiamo trovato un greto morto.
Nessuna sorpresa quella sera dell’autunno 1946 quando cominciò a scorrere sulla città una fiumana d’aria, e brividi e guizzi e serpi di fuoco giocavano nel cielo nero. È che già da alcune ore si sapeva dal bollettino meteorologico che sul Mediterraneo svolazzava una legione di spiriti maligni dai paesi gelati.
Nessuna sorpresa quella sera dell’autunno 1946 quando cominciò a scorrere sulla città una fiumana d’aria, e brividi e guizzi e serpi di fuoco giocavano nel cielo nero. È che già da alcune ore si sapeva dal bollettino meteorologico che sul Mediterraneo svolazzava una legione di spiriti maligni dai paesi gelati.
LA NUOVA BOMBA ATOMICA!
I Sardiani diffusori dell’agricoltura in Europa
Dal sito dell’ASHG (www.ashg.org/2012meeting/pages/sessionlisting.shtml), American Society of Human Genetics, prendiamo l’estratto di un intervento all’annual meeting del 2012 (6-9 novembre), tenuto alle ore 18,30 del 8 Novembre, nella sessione Admixture and Demography, dal primo autore della ricerca Martin Sikora. Qui appresso la traduzione. L’uomo di Similaun, cioè Oetzi, era Sardo
una scoperta che conferma la prodigiosità nell’essere protagonisti, non solo nel Mediterraneo, ma anche nell’Europa continentale, da parte degli antichi grandiosi abitatori della Sardegna Paleolitica:
i Sardiani
i Sardiani
Il falso altare nuragico di Su Mulinu
Mikkelj Tzoroddu
Agenzia Il Segnalibro
,
2014
ISBN
978-88-89932-52-0
€
3.99
| |
Ebook (epub, mobi)
In questa nota si esaminano le inconsuete bizzarrie poste in essere da una archeologia pasticciona, nel dare sembianze immaginarie ad un monumento, invece normalissimo per l’antichità sarda, col solo intento di apparire. Oltre l’autore, anche la fazione avversa di quella tal’archeologia, ha decretato la fine di quella sconcezza. |
Cartaginesi sempre sconfitti. Dal 539 al 339 a.C.
Mikkelj Tzoroddu
Agenzia il Segnalibro
,
2014
ISBN
978-88-89932-50-6
€
6.99
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Ebook (epub, mobi)
Cartaginesi sempre sconfitti è frutto di approfondite ricerche sul rapporto fra Sardiani e Cartaginesi. In netto contrasto con gli studiosi che hanno finora disquisito sull’argomento, l’autore vuole dimostrare, inequivocabilmente, l’inconsistenza militare di Cartagine nel periodo considerato, che la pone all’ultimo posto fra gli avversari incontrati, almeno nell’arco di tempo compreso fra il 539 ed il 339 a.C. Mikkelj non si limita a chiarire le occasioni che videro soccombere i Cartaginesi contro i Sardiani e gli altri popoli, ma parte da un punto di riferimento posto a cavallo fra VI e V sec. a.C.: il “primo” trattato tra Cartagine e Roma. Sempre in contrasto con altri testi dove l’attenzione è focalizzata sulla Roma di fine VI secolo, l’autore amplia la visuale storica sugli altri protagonisti dei trattati stessi: soprattutto sulla Sardegna e sulla Libia polibiana. Appurata l’inconsistenza storica del 509 a.C. (data del primo “trattato”) per l’impossibilità dell’Urbe di rivestire un significativo peso politico internazionale, emerge il ruolo primario avuto dalla Nazione Sardegna in quel contesto storico. Al contrario, si riduce ai minimi termini l’entità locale, priva di rilevante passato storico, che si identifica con la Cartagine del VI, V e IV secolo a.C.
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I fenici non sono mai esistiti
Mikkelj Tzoroddu
Zoroddu
,
2010
ISBN
978-88-903561-1-7
Formato cm
15.00
x
21.00
Pagine
128
€
15.00
Disponibile presso: Libreria Cultura Popular, Via Nazionale 157, Sant’Antioco (CI)
Messaggerie Sarde, Piazza Castello 11, Sassari
Cartomedia Cartolibreria, Via Enrico Matteri 32-34, Oristano
Gialus, S.S. 129 km 61,100, Orotelli (NU)
Cartolibreria Lythos, Via Alessandro Manzoni 63/a, Alghero (SS)
presso l’editore
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La quasi sempre tediosa congerie di concetti, espressi negli scritti che riguardano l’argomento “fenicio”, uniti alla inammissibile pretesa di dichiarare una presenza di “fenici” in Sardegna, ha indirizzato i nostri studi ad analizzare con crudezza le fossili opinioni dei più.
Nell’ambito più generale della contemplazione, di cui sono stati oggetto “i fenici”, abbiamo trovato delle macroscopiche falle sulla pretesa di fare di essi un popolo, unita ad una cronica incapacità nell’individuarli quali soggetti storici, oltre una dichiarata impotenza a trovare una loro regione di appartenenza. Certo anche con l’ausilio d’una decina di autori che gridano solitari nel deserto. In relazione allo specifico ambito riguardante la Sardegna, coloro che se ne occupano, nulla conoscono delle sue vicende preistoriche, nelle quali i suoi Abitatori espressero una dominanza culturale, tecnologica ed imprenditoriale sul Mediterraneo: tali impreparati pensatori, solo concentrati sui loro piccoli cocci, pretenderebbero fare schiavi quei dominatori, di impreparati, impauriti e sparuti gruppi di “vu cumprà” raminghi per il Mediterraneo. Ossessionati dalla lettura feniciomane dei dati, mentre ne percepiscono una sola parte, forniscono erronee interpretazioni che sono anche costretti a rimangiarsi. |
kircandesossardos
Mikkelj Tzoroddu
Zoroddu
,
2008
ISBN
978-88-903561-0-0
Formato cm
15.00
x
21.00
Pagine
196
€
20.00
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kircande sos sardos è, paradossalmente, un titolo particolarmente attuale.
Nonostante stiamo vivendo il terzo millennio dell’era volgare, il passato remoto dei Sardi e della loro terra è ancora nascosto dal buio che avvolge i fatti dimenticati. Essi sembrano cancellati dalla memoria collettiva quasi che l’io della comune coscienza, abbia ritenuto di rimuoverli come qualcosa di pauroso in grado di turbare il quieto vivere. Se è vero che Cicerone, per motivi che attengono alla propria sfera personale, ci ha tramandato un negativo quadro della popolazione sarda, è altrettanto vero che mai nessuno, che abbia voluto scrivere alcunché sui Sardi, non li abbia tacciati d’inferiorità verso tutti. Dalla lettura dei testi di storia sarda si apprende che il passato della Sardegna non ebbe mai nulla di glorioso, ma al contrario fu perennemente legato a decine di secoli di grandi umiliazioni: colonizzazioni culturali, sconfitte militari, perdita di identità. Ma un Vero Sardo non può credere che tale fosse la realtà. Sa bene che ciò che s’immagina dalla sommità del nuraghe è qualcosa di grandioso, un vissuto senza pari. Il testo, percorrendo vie inesplorate, riporta in luce il passato del Sardo, restituendogli quella grandezza che ne ha fatto il protagonista del Mediterraneo nel Paleolitico superiore. |