ESTRATTO di BOMBA ATOMICA DELL'ARCHEOLOGO

Crollata l’ala portante del costrutto fenicio:
i fenici mai stati colonizzatori


la sfrontatezza degli adoratori dei fenici: Tronchetti merito eloquerit
sul quotidiano Unione Sarda del 24/11/2011, alla pagina 46 esce una nota a firma Carlo Tronchetti, con la sottostante dicitura “ex direttore Museo archeologico di Cagliari”, suggerendo al lettore di vedervi uno scritto patente, una lettera aperta dell’autorità.
Riguardiamo i soli interventi presenti fra le nostre carte. Il sig. Tronchetti nel 1988 (I Sardi, traffici, relazioni, ideologie nella Sardegna arcaica, p. 32), era perfettamente convinto di una colonizzazione fenicia, territoriale e culturale, in Sardegna. Infatti, egli racconta: «Gli studi più recenti e attendibili sulla colonizzazione fenicia […] mettono in evidenza tutta questa serie di evidenze (che, ndr) concorre a ricostruire l’immagine di una colonizzazione fenicia che si insedia in località costiere». Egli consolida il suo pensiero, più oltre, asseverando quanto i fenici fossero padroni assoluti di una parte della Sardegna: «I rapporti con il mondo esterno, per la fascia costiera sudoccidentale della Sardegna costellata di città e di semplici approdi fenici, a partire almeno da Capo Carbonara, se non da Santa Maria di Villaputzu, sino a Tharros, se non a Bosa […] sono adesso in mano ai Fenici».
Nel 1990, (con Cagliari Fenicia e Punica, in Sardò, p. 51), ci insegna che: «[…] siamo, però, sicuri che, almeno dalla fine di questo secolo (VII a.C., ndr), la Cagliari fenicia è una realtà. Anche se i resti delle strutture […] sono assai modesti, essi costituiscono una documentazione precisa ed inoppugnabile dell’esistenza della colonia fenicia».
Nel 1999declama: «[…] attorno al 750 a.C., l’isola inizia ad essere interessata dalla vera e propria colonizzazione fenicia» (su Cagliari Museo archeologico nazionale. Guida alla visita, p. 22).
Ancora nel 2005, troviamo l’archeologo dalla Normale, ben assiso sui suoi inamovibili assiomi fenici. Egli, infatti, conferma la colonizzazione fenicia del Sinis, perché ci rende edotti circa la: «prorompente presenza fenicia localizzabile a pochi chilometri di distanza verso sud […] (ove, ndr) si trova [...] il grande centro fenicio di Tharros» (Le tombe e gli eroi. Considerazioni sulla statuaria nuragica di Monte Prama, in Il Mediterraneo di Herakles).
Bene, nel 2011 scopriamo che, dell’immenso castello fenicio, è crollata proprio l’ala più consistente: tutta la parte edificata sulla colonizzazione! Andiamo a leggere, caro lettore, come (con italiano zoppicante) ci vengano succintamente presentate le rovine della colonizzazione fenicia, dalle precise parole di Tronchetti Carlo, ex direttore del Museo di Cagliari, consegnate al suo messaggio patente. Egli così ci apostrofa:

«Ma attenzione! […] non è che i Fenici venivano a “colonizzare”
o che erano portatori di una cultura superiore. Tutt’altro»

Pertanto, grazie al messo dell’archeologia, da questo momento sappiamo che quei tali fenici, che noi definimmo essere non un popolo, ma la cultura d’una moltitudine di genti, non colonizzarono affatto Sulci, Sirai, Tharros, ecc., ecc., ecc. Ergo, il Tronchetti è stato mandato a dichiararci che tutte quelle realtà urbane, sociali, politiche, industriali, hanno sempre avuto una primigenia connotazione SARDA, profonda e incontrovertibile.