I SARDI SISTEMATI IN TUTTA L'EUROPA ALMENO DAL XIV MILLENNIO BP

 

 
* Nel continuo discutere della Sardegna e dei suoi abitanti, tutto l’universo delle persone che se ne occupa, dimentica ed ignora che, quando i Sardi permisero ai Romani di venire in Sardegna, la popolazione della Sardegna risultava essere pari a circa SETTEMILIONI DI PERSONE!
 
Infatti, nel libro «kircandesossardos», pubblicato nel 2008, fu facile gettare nel più ridicolo discredito tutti i docenti universitari che ancora oggi, continuano a propinarci la menzogna che stabilisce gli abitanti della Sardegna verso il II secolo a.C., fossero tra 200 e 300.000!  Fu, davvero un gioco da bambini dimostrare (e chiunque può farlo), “prendendo i dati degli stessi studiosi” e seguendo ben tre diversi percorsi di calcolo, che la Sardegna fosse abitata nello stesso periodo, da circa SETTE MILIONI DI SARDI!  
Crediamo che, per un corretto inquadramento dei dati globali, storici e sociologici dell’Europa tutta, sia atto culturalmente criminale, non tener conto di questo dato, di recente pubblicazione.
E, si badi bene, che altri prima, arrivarono a numeri molto più elevati di quelli improbabili professorali. F. Gemelli nel 1776, sulla base dei dati sulla produzione di grano, calcolò la popolazione sarda in 1,8 milioni. P. Castagnoli nel 1858, la dichiarò essere pari a 3,0 milioni, sulla base di una  elaborazione dei dati sui censimenti dell’Isola!
È un dato che dovrebbe esser tenuto nel massimo credito, a giustifica della grandissima diffusione degli Antichi ed Antichissimi Abitatori della Sardegna, diffusione si badi bene, SOLO DI ESSI E NESSUN ALTRO, su tutto il mondo conosciuto ed in particolare nel mondo europeo, così come negli ultimi anni, anche e soprattutto, E QUI’ LO DICIAMO A GRANDI LETTERE, grazie alla nuova porta spalancata dai genetisti, andiamo sempre più scoprendo! 
Aggiungiamo un altro dato, “regolarmente sottaciuto” (quasi fosse verità proveniente dal diavolo) da tutta la comunità scientifica e meno scientifica pur anco, che fa luce sulla frequentazione da parte dei Sardiani delle grotte della Liguria a far data almeno da 12.000 anni addietro, come dimostra la presenza di ossidiana al Riparo Mochi ed Arma dello Stefanin. È opportuno, anche, si ricordi come, manifestazioni scrittorie che trovansi in grandissimo numero distribuite su tutta la superficie della Sardegna, incise su formazioni granitiche, su massi erratici, su pietre ovunque sistemate e classificate dalla cultura cattedratica pressappochista ancora come «segni lineari», ebbene quegli stessi segni, pur manifestando una più povera tipologia (rispetto a quella che traspare dal certosino lavoro di Marco Garau su quanto presente nell’Isola), sono anche sistemati nelle grotte liguri (ai Balzi Rossi) e datate, pur approssimativamente nel 1973 da Paolo Graziosi, ad un momento vicino ai 19.000 anni fa! *
Appo l’insieme degli argomenti trattati, a voler sol guardare quelli, di recente, passati per il Salotto di Maymoni (nei momenti liberi da assalimenti e difese dal nulla), sulla presenza “all over the world” (almeno europeo) dei Sardiani Giramondo, ovverosia di quell’etnia CHE ISOLATA FU GIAMMAI, ho sentito mai sollevarsi alcunché di serio, al di là di qualunquistico gridolino proveniente dagli ultimi banchi!
Certo, si comprende trattarsi quì di ben concreti Sardiani! Non certo di  indefiniti “fenici”, la cui fumosa evanescenza è capace d’inebriare traballanti capacità intellettive e indurle a copincollare amenità cattedratiche che esse mai preser briga di sindacare! Ed è ben chiaro come, controbattere circostanza tangibilmente attestata a vario titolo, sia operazione dura da compiere ed impossibile da portare a termine (vieppiù nel contesto cui supra ed infra mi riferisco)  in ragione della invisibile presenza di percorso ricercatorio, che mai alcuno ebbe lena d’intraprendere! Fermo (anzi, fermissimo!) restando, il pieno manifestarsi da parte mia, di seri dubbi sulla “completa” condivisione del portato epistemologico della definizione nel titolo espressa.
Beh, caro lettore, mettiti comodo, ché amerò qui girovagare un po’ sulla tematica (per ora molto alla leggera) onde ribadir concetti che lascian bocca amara a certuni che non vorrebbero tu  venissi a conoscenza di corbellerie propagandate da “grandi e famose” categorie. Ma, anche, qua e là, andrò rilasciandoti una qualche nuova, che aggradar ti doveria.  E mi vado a rivolgere, con piacere di studioso, proprio a te che sei, fra i pochi, a seguirmi senza venirmi contro partigianamente.
Ora, siamo stati ultimamente in questo luogo di Maymoni discutendo (ANZI, IO SOLO, SONO STATO A DISCUTERE  CON TE, CARO ATTENTO LETTORE!) d’una quistione, riguardante la presenza su TUTTO UN VERAMENTE VASTO TERRITORIO EUROPEO, «di una meta-popolazione di “Antichi Agricoltori Europei” simili agli abitanti della Sardegna del giorno d’oggi», per, pienamente, dirla con le parole dei genetisti!  I quali mai son teneri con la Sardegna, causa loro lunga ed ancor persistente, grande ignoranza circa il REALE ANDAMENTO DI TUTTE LE SUE VICENDE STORICHE !
E mi preme ora, por qui piccole considerazioni, atte a mettere in luce la poco chiara e decisamente insufficiente veduta che, proprio dell’universo umano che essi studiano, si son fatti (nella loro total quasi generalità) i signori genetisti! 
In primo luogo devi sapere, caro lettore, che per essi il mondo, pur vissuto in modo vertiginoso (per lunghissimi viaggi sul mare aperto, infinite scoperte tecniche, rivoluzioni spirituali, sconvolgimenti sociali, pericoli climatici a non finire, ecc., ecc.) dal genere umano dall’Epipaleolitico alla fine della passata Era, in quell’area immensa che oggi chiamasi EUROPA ebbene, per quei tal signori genetisti, senti, senti:  QUEL MONDO ERA DIVISO PERFETTAMENTE IN DUE! 
Accidenti!  Questa è dura da mandar giù!  «Da una parte essi pongono i Cacciatori-Raccoglitori, dall’altra incastonano gli Agricoltori»!
IL RESTO DELL’UMANITA’ PER I GENETISTI  NON  ESISTE! 
Essi, nelle loro molto circostanziate analisi e conclusioni, mai considerano, il pastore, lo scultore,  l’architetto progettista di templi, il maestro muratore che eleva abitazioni, il marinaio che sconfigge l’impervio ignoto, il pescatore, il minatore! E la finisco quì! Ed alcuno non si azzardi a dire (per esempio) che, riguardo “templi e abitazioni” la connotazione d’appartenenza è certamente riferibile alla vita sedentaria! Perché, DAGLI ANNI NOVANTA ORMAI, si ha contezza della edificazione di villaggi veri e propri, da parte di popolazioni dedite alla caccia e raccolta! Millenni prima che vi arrivasse l’agricoltore!
Porto altro esempio dedicato al dubbioso ostinato. In uno studio del 2010: “Craniofacial morphometric variation […]” apparso su Homo 61, a firma G. D’Amore et alii, ecco cosa si dichiara nell’abstract: «il fine dello studio è analizzare le relazioni fra cinque gruppi preistorici sardi datati dal tardo neolitico al periodo nuragico, per definire le modalità inerenti la storia del popolamento della Sardegna».  Bene. Vedo che hai compreso il nesso, già ridacchiante lettore!  Senza mostrare verecondia alcuna, quivi si ardisce dichiarare che: «per comprendere la storia del popolamento della Sardegna, sia necessario studiare un microscopico lasso di tempo (della sua immensamente lunga storia), circa dal 4200 al 1300 a.C.,  pari a duemila anni»! 
Essi, a digiuno della materia, ignorano che la vita sul suolo sardo, è attestata «scientificamente» a livello Paleoecologico e Pedolologico-litologico a partire dal Mindeliano (circa 650.000 anni fa) in Anglona e a meridione dell’altopiano Orotteddesu: pertanto rassicurati Sardolettore, non su una sola area geografica della Sardegna, ma ben su due diverse aree, anche se la seconda è tenuta ancora quasi nascosta, perché non aggiunga conferme alla determinazione, difficile da digerire, LA SARDEGNA ISOLATA FU GIAMMAI.  Essendosi per di più dimostrato (almeno dagli anni novanta) che, l’ambiente isolano della Sardegna con la sua abbondanza inesauribile di cibo (Prolagus sardus), «permise la permanenza di insediamenti umani di lunga durata nel Pleistocene»! Infatti, è sempre rilevabile la presenza umana intorno al Rissiano ancora in Anglona; prima di 100 mila anni fa alla Grotta Nurighe, stessa area geografica; verso i 22.000 BP alla Grotta Corbeddu, verso 14.660-12.500 BP alla Grotta Corbeddu, verso 11.000 BP a Su Carroppu di Sirri, verso 8750 BP alla Grotta Corbeddu; verso 8.500 BP a S’Omu ‘e S’orcu! 
Inutile aggiungere che, la lettura dell’articolo più sopra richiamato, contiene una certa serie di dichiarazioni in grado di portare il lettore, diciamo,  «fuori della grazia di Dio»!
Ovviamente, il pur fallimentare risultato del lavoro, è stato ripreso da altri genetisti che vi hanno costruito sopra (come da manuale) altri castelli di sabbia, (come “Population Genomic Analysis of Ancient […]” di M. Sikora et alii, uscito il 08.05.2014, su PLOS genetics), nel cui articolo Sikora & C., a motivo della loro ignoranza sulla scientifica consistenza dei dati appena supra enumerati, così hanno l’incoscienza d’esprimersi:
«It is thought that permanent settlement of the island was established by around 10,000 YBP, and recent results from both genetic and cranial morphological data suggest population continuity since the Neolithic». Ho preferito riportare il testo originale perché ognuno ne faccia la traduzione che più gli aggrada, perché dubbi sorgono sulla correttezza (voluta o no) della costruzione stessa del periodo. Ecco come ho reso, al meglio, la furriadura del testo:
«si pensa che un permanente “insediamento” (ma temo si volesse intendere “colonizzazione”! Eh, beh! È un mast!) nell’Isola fosse realizzato a partire da circa 10.000 anni fa, e recenti risultati sia genetici sia cranio morfologici suggeriscono la presenza continuativa d’una popolazione, dal Neolitico». Ora, due anni addietro ho dedicato ampio spazio al generale, nonché paradossale, contenuto del lavoro appena nominato. Qui, caro lettore voglio farti notare il grave dubbio che investe gli “stessi autori” in merito alla dichiarazione riportata! Infatti, ove essi fossero CERTI, che «un permanente insediamento nell’Isola fosse realizzato a partire da circa 10.000 anni fa», non avrebbero avuto alcun motivo di dichiarare che recenti dati «suggeriscano la presenza continuativa d’una popolazione dal Neolitico»! Perché in questo modo corrono il rischio di mettere in competizione l’una asserzione con l’altra!  Essendo l’una l’opposto dell’altra! Se v’a continuità abitativa dal Neolitico, E’ EVIDENTE CHE LA PRECEDENTE AFFERMAZIONE RISULTA CAMPATA IN ARIA!  Che si decidano, Sikora e gli altri!
Ohi, ohi! Ma, ti pare caro lettore smaliziato, che un simile agglomerato di persone, che porta avanti il suo lavoro in modalità sì imprecisa, sia degno della più alta fiducia? 
Vuoi altra prova provata del loro superficiale modello di ricerca? Eccola!
Il nostro Oetzi, che viene propagandato, spacciato, dipinto, rigirato, considerato, fotocopiato, preso, confrontato, ripreso a tutto campo, per essere UN AGRICOLTORE, lo sai quale attività «certamente svolgeva»?  Oetzi LAVORAVA NELLA METALLURGIA DEL RAME!  Ovviamente ciò, i genetisti tralasciano di ricordare a noi e loro stessi!
Ma che vuoi farci, povero lettore soggetto ai soprusi di color che pretendono apparir sapienti!
Essi continuano a prendere cantonate perché la loro disciplina, la genetica (come dissi altrove) è di nulla utilità, ove non sia corredata di PRECISE CONOSCENZE STORICHE! Ed essi, per lo più si rimettono al giudizio degli archeologi, che a loro volta nulla conoscono di storia e pertanto forniscono un balbettante supporto, nonché decisamente insufficiente!
Ricordi le sciocchezze raccontate dai genetisti sull’isolamento della Sardegna? Tale fantasiosa determinazione fu partorita, un quarto di secolo addietro, da Grossissimi Genetisti!  Che però erano dei grandissimi ignoranti, in merito alla storia geomorfologica della Sardegna! A tal proposito scrissi una nota, nel Blog Monteprama, dal titolo «La risibile presunzione dei genetisti, circa un antico isolamento della Sardegna». Che mi avvedo, dopo quasi un giro completo di stagioni, essere ancora consultata: il libero lettore ne ha piene le tasche delle «stupide bugie che scendon dall’alto»!
Ben ora si dirà che, quel veramente vasto territorio europeo di cui discutono i genetisti che espressero la dichiarazione che posi a titolo di questa nota (in “Ancient human genomes suggest […]», di I. Lazaridis et alii, da “bioRxiv” preprint, del 23.12.13), è composto dalle moderne, europee aree geografiche che presentano comunità provenienti dalla Sardegna. Comunità ivi formatesi, evidentemente a partire da una data almeno uguale, SE NON MOLTO PIU’ ANTICA, di quella più alta (espressa appena infra), ove si riportano e data e sesso del singolo individuo i cui resti furono analizzati. Trattasi di:
Germania, Similsarda, vissuta 7500 anni fa; Spagna, Similsarda 7450 anni; Austria, Similsardo 5300 anni; Svezia, Similsardo 5000 anni; Ungheria, Similsardo 4400 anni; Bulgaria, Similsardo 2650 anni fa.
Val la pena aggiungere come, non ravvisandosi sino all’oggi l’utilizzo di mezzi di navigazione aerea per quelle date, non possiamo credere che in queste regioni così distanti fra loro, vi sia stato un ripetitivo arrivo dal cielo dei nostri antenati Sardiani! Essendo, invece, più naturale credere aver essi espanso l’attività imprenditoriale, per la quale intesero recarsi in quelle regioni, alle aree finitime. Senza contare che, a mio avviso, non dovrebbe esserci soluzione di continuità, fra  prima ed ultima area, ma piuttosto ancora mancanza di elementi frutto di ricerca onde riempirne i vuoti. Ritengo, peraltro, più che mai valido il modello di arrivo sardiano nella amplissima Valle del Danubio, percorrendo quel cammino “autostradale” che dilungasi da Trieste a Bratislava, oltre a tutti gli altri reali percorrimenti, che abbiamo visto nei vari interventi posti per iscritto in questo Salotto.
E, giocoforza, credo debba ammettersi (e assicuro poterlo fare con la grande naturalezza che mi proviene dal continuo studiare le Sarde Cose), nel dare un pratico e storico contenuto al presente discorrere, come i Sardiani fossero dei grandissimi imprenditori (leggasi necessaria cantieristica navale prima, pastore sardo poi, ossidiana e arte metallurgica, nonché pesca del tonno ovvero “sardina”, a seguire) conoscitori del mondo, nonché viaggiatori e grandissimi marinai praticanti una navigazione d’altura da antichissima data, come si dimostrò in “kircandesossardos”! Ed anche, è giusto si aggiunga, conoscitori non solo e non soltanto del mondo europeo ma, come si ebbe modo di dimostrare con i nostri due viaggi nell’Egitto predinastico con puntatina sui dipinti dell’Iberia preneolitica (riportati su montepramablog) anche, stando ad una estremamente diffusa toponomastica sparsa un po’ ovunque rievocante la Sardegna (intesa e come vocabolo e quale luogo di origine), in buona parte dell’ecumene!
Giusto a proposito (della presenza della famiglia della Signora Similsarda stanziata nel circondario di Stoccarda a far data da almeno 7500 anni fa) ti ricordo, lettore godurioso che, affacciantesi al Mar Baltico, sulla strada che conduce a casa di Gok4, il Similsardo svedese,  (poco sotto il 54° parallelo, a meridione della odierna città di Rostock e poco a nord del Meclemburgo) duemila anni fa, ERA ANCORA IVI RESIDENTE una popolazione che nomavasi così: SUARDONES!   E, ti invito ancora a considerare come non vi fosse traccia, per esempio, di: Siciliuaones, di Laziuaones, di Toscuanones!   
Senza contare (rimanendo appena a nord-ovest di Stoccarda) la regione ancora oggi chiamata Paese (o Terra) di (o della) SAAR! Essendovi poi, nel dizionario germanico (almeno fino a diversi anni fa), lemmi che giocoforza riconduconsi alla Sardegna. Come: SAR, prep. = Con; SARI, agg. = Tutta; SARE’ o SARO’, agg. = Tutto; SARDAÑA, f. = Grazia; SARDENAR, v. tr. = Condannare; SARDIOQUE, m. = Sale: qualcuno fece conoscere il sale ai medio-nord europei?, ecc. 
Ma come può esser possibile non torni alla mete la Signora Similsarda dell’Iberia? Trovata a Vallirana, che era sito posizionato a circa km. 10 dalla miniera di Gavà ove fu rinvenuta ossidiana sarda;  che anche travasi a circa km. 20 da La Serreta, ove fu rinvenuta ossidiana sarda; alla stessa distanza è anche Sardanyola, poco a nord di Barcellona. Ma qui ci fermiamo perché la Catalogna è regione che al suo interno contiene perfino una regione spuria, che nomasi Serdanya (così si pronuncia), con capoluogo Puigserdà (così si pronuncia) con toponimi richiamanti la Sardegna, in gran numero; la Serdanya  confina, sui Pirenei con identicamente nomata regione Serdagne (così si pronuncia) su territorio francese. E direi che basti.
E trovansi toponimi, molti, anche nella Russia.
SERDETZE  Kamen, che si adagia sul Circolo Polare Artico a 67°3'1" di lat. Nord, sopra lo stretto di Bering [e qui mi sovvengon un paio di studi (non da me approfonditi) dei signori genetisti, sul trasferimento Asia-America]! E ancora poi, SERDOBA Malaia, vicina alla più grande SERDOBSK, entrambe sul Rio SERDOBA che si getta in un affluente di sinistra del Don, tutti nel governatorato di SARATOV, la qual regione fa capo alla città omonima di SARATOV che, adagiata sulla riva del Volga, trovasi sul 52° parallelo, e (con Char’cov e Voronez verso il 1930) guarda un po’: era «famosa per esportare 1,5 milioni di quintali di lana da ovino-caprini»! Ed ancora: SEREDA, ad occidente di Mosca e km. 120 dal suo centro; SEREDINA  Buda, al confine fra Russia e Ucraina, km. 450 ad occidente di Mosca.  Ed altri esempi, si posson portare. Tutti risalenti, a mio modo di vedere, ad uno fra i più grossi imprenditori dell’antichità! Che nomasi appunto PASTORE SARDO! (vedasi piccola appendice)  
Mi chiederai, sbalordito lettore, perché ti stia parlando della Russia. Beh, a prescindere dai tanti (qui non nomati) toponimi disseminati in quell’immensa area geografica, qui «galeotto fu l’articolo»!  Quello sunnomato del Lazaridis!  He, he! Perché, andandomi a vedere quali fossero gli istituti di ricerca coinvolti, mi accorsi esservene più di dieci sistemati nella Russia. In particolare il: «Yakut Research Center of Complex Medical Problems and North-Eastern Federal University, Yakutsk, Russia».  Ehmbé? Mi dirai ansioso lettore!  Il tuo “ehmbé” sparisce tosto, senza lasciar traccia di dubbio veruno: la ricercatrice che collaborò allo studio, così s’appella:
SARDANA  A.  FEDOROVA !
mikkelj
I.A.- dal quotidiano Libero, 5.3.16, p.8: una delegazione del Pakistan ha incontrato il Papa, di essa faceva anche parte il ministro per gli affari religiosi: SARDAR  M. YOUSAF !
Mamma miaaa!  Allora è veroo!